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Legionella: guida alla valutazione del rischio

18/09/2019

 

 

Nei giorni scorsi, la casa editrice specializzata EPC ha dato alle stampe un libro che si connota per un tratto, soltanto apparente di novità, che invece è espressiva di una esigenza di aggredire un effettivo bisogno vieppiù crescente, in termini di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il titolo del testo che abbiamo letto e che sottoponiamo ai lettori è: Legionella: guida alla valutazione del rischio, a cui si accompagna un sottotitolo che rappresenta la road map e cioè Aspetti tecnici e medici. Valutazione del rischio derivante dalla presenza dei batteri del genere “Legionella” nei luoghi di lavoro.

Il libro costituisce un lavoro a quattro amni, curato da professionisti di elevato valore, esperti sul campo:  l’ingegnere chimico  Lucio Confessore,  esperto nella tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, RSPP, specialista della valutazione dei rischi, formatore e divulgatore sulla cultura della prevenzione, coordinatore nei cantieri e Lead Auditor per i sistemi di gestione sicurezza e il medico Pietro Ferraro, Specialista in Medicina del Lavoro, Medico Autorizzato, attualmente è Dirigente Medico dell’Unità Funzionale Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, zona VDE - USL Toscana Nord-Ovest e Membro speciale della Commissione “Sicurezza nei Processi Lavorativi” dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma.

Siamo di fronte ad un manuale ricco e completo, scritto con competenza e passione, che ci offre una valutazione del rischio derivante dalla presenza della Legionella negli ambienti di lavoro.

In tale contesto, gli autori delineano la potenziale esposizione dei lavoratori ed i possibili quadri patologici generati dal batterio e i conseguenti aspetti medico-legali.

I batteri del genere denominato “Legionella” sono ubiquitari nei corpi idrici naturali e con estrema facilità, grazie ai sistemi di raccolta, distribuzione e stoccaggio dell’acqua, possono trasferirsi negli impianti presenti nei luoghi di lavoro.

In tal modo essi sono in grado di raggiungere gli alveoli polmonari umani mediante la respirazione di aerosol contaminati prodotti dal riscaldamento dell’acqua e dalla sua nebulizzazione nell’ambito dell’erogazione idrica a scopi sanitari, di stabilimenti termali e di attrezzature sanitarie.

Ebbene il testo che commentiamo appare ben articolato perché capace di fornire gli elementi essenziali del fenomeno e i fattori di rischio, collegandoli alla metodologia idonea ad analizzare e valutare il rischio di contaminazione degli impianti e, da questi, la valutazione dell’esposizione sia dei lavoratori addetti alla manutenzione che dei lavoratori utenti degli impianti, analizzando tutte le misure per la minimizzazione del rischio.

La bussola è rappresentata dal TUS e dalle ultime linee guida (del 2015) in tema di prevenzione e sul controllo della legionellosi.

Si passa in rassegna le conseguenze generate, illustrando i possibili quadri patologici, i dati epidemiologici, gli aspetti inerenti all’ambito della Medicina del Lavoro, l’obbligo di notifica, la definizione di malattia-infortunio.

Il libro ospita, scolpita sulla prima pagina, una citazione di  Taiichi Ohno, un ingegnere giapponese specializzato in meccanica, considerato il padre del toyotismo, il sistema di produzione attuato nell’azienda automobilistica,  il lean production basato sul sistema produttivo e la tecnica di produzione” just in time”; ebbene egli ricorda come “Tutte le ispezioni condotte allo scopo di individuare difetti sono uno spreco e una perdita di tempo. Le ispezioni vanno fatte per prevenire i difetti”.

Ma quanti di noi hanno presente, nella propria memoria il ricordo del fenomeno.

Dobbiamo andare al lontano  1976, in un caldo mese di luglio, quando  circa 4.000 commilitoni reduci del Vietnam si radunarono a Philadelphia con i loro amici e con le loro famiglie per partecipare alla 58° convention annuale dell’American Legion, una organizzazione di veterani militari della seconda guerra mondiale, che volevano ricordare i vecchi periodi trascorsi insieme. memoria.

Oltre 600 legionari di questo gruppo di veterani erano alloggiati al Bellevue-Stratford Hotel, uno tra i più prestigiosi alloggi della città, dotato di un importante centro congressi. Quell’avvenimento è annoverato, dagli annali storici, come una delle peggiori tragedie mediche del ventesimo secolo.
Alcuni legionari che partecipano alla convention, iniziarono ad ammalarsi di sintomi simili alla polmonite: febbre alta, tosse, dolori al petto e difficoltà respiratorie. Dopo alcuni giorni uno di loro morì in un ospedale di Sayre in Pennsylvania, a poche miglia a sud del confine dello Stato di New York. Quando l’epidemia finì, a metà agosto, 221 individui avevano contratto una malattia ancora sconosciuta e per 34 di loro non ci fu nulla da fare.
Immaginate i fenomeni di panico che si diffuse negli USA, non essendo nota la causa di quella malattia, dal momento che gli studi epidemiologici non erano stati in grado di determinare rapidamente il motivo dei decessi.

Si pensò che l’epidemia fosse stata causata da un attacco biologico russo, una tesi peregrina voleva che si trattasse di un esperimento della CIA andato male, altri ancora suggerirono che l’intera faccenda fosse una montatura progettata per favorire il sostegno alle vaccinazioni contro l’influenza suina attuato dall’allora Presidente Ford. Altre idee indicarono un possibile attacco extraterrestre o un avvelenamento causato dalle sostanze più disparate, dal carbonile di nichel ai fumi tossici derivanti da macchine fotocopiatrici.

La verità emerse dopo alcuni mesi, quando il dr. Joseph McDade, uno scienziato del laboratorio del centro statunitense di controllo delle malattie (CDC), usando  la tecnica dell’inoculazione di cavia, fu in grado di isolare il batterio che aveva causato la malattia e che si era annidato all’interno dell’impianto di condizionamento dell’aria dell’albergo. Il “Center for disease control and prevention” di Atlanta, ricordando la prima epidemia, lo chiamò “Legionella pneumophila., cioè “amante dei polmoni”.

In Italia i primi casi di legionellosi risalgono al 1978 allorché tale malattia fu diagnosticata su una decina di turisti che avevano soggiornato in un albergo sul lago di Garda. Ma la prima vera epidemia fu causata da una torre di raffreddamento, nell’agosto del 1995 a Sestri Ponente, con 34 casi contagiati nel raggio di 3 km dalla sorgente.

Ora appare chiaro che il passaggio dall’ambiente naturale a quello artificiale, e quindi la generazione di un potenziale pericolo per l’uomo, è legato all’utilizzo ed allo sfruttamento dell’acqua per le molteplici esigenze legate ai cicli di produzione civili ed industriali. Ciò comporta, infatti, il trasferimento della Legionella dai recettori acquatici presenti in natura (fiumi, laghi, falde idriche, ecc.) dapprima negli acquedotti e successivamente all’interno degli impianti di distribuzione finale dell’acqua. Il contagio nei confronti dell’uomo (lavoratore e non) avviene, come già detto, a causa della creazione di aerosol di acqua contaminata ed alla sua respirazione. Nella figura seguente si riporta la catena di trasmissione della Legionella a partire dalla sua presenza in natura fino allo sviluppo della patologia nell’uomo.

Per gli esperti in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro la conoscenza del TUS (Decreto Legislativo del 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i.) costituisce esercizio quotidiano, di talchè, è patrimonio comune sapere che il TUS prevede l’obbligo, da parte dei datori di lavoro delle organizzazioni (aziende, enti, ecc.), di effettuare una valutazione di “tutti i rischi” per la salute e per la sicurezza cui sono esposti i lavoratori nell’ambito delle proprie mansioni e presso i luoghi in cui le stesse mansioni vengono svolte. In particolare l’articolo 28 del D.Lgs. 81/08, laddove descrive l’oggetto della valutazione del rischio, stabilisce che la valutazione stessa, “anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”.

Nello stesso TUS, nell’Allegato IV (Requisiti dei luoghi di lavoro), ai punti 1.9.1.4 e 1.9.1.5 viene in evidenza l’aerazione dei luoghi di lavoro, in cui si prescrive che:
• Gli impianti di condizionamento dell’aria devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori;
• Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori, dovuto all’inquinamento dell’aria respirata, deve essere eliminato rapidamente
La sanzione per il mancato adempimento degli obblighi, in base a quanto disposto dall’art. 68 comma 1, lettera b), del D.Lgs. 81/08  prevede, a carico del datore di lavoro, l’arresto da due a quattro mesi o l’ammenda da 1.116,82 a 5.360,76 euro.

Accanto al TUS è opportuno allineare  le “Linee guida per il controllo e la prevenzione della legionellosi” state recentemente aggiornate dal Ministero della Salute mediante l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 Maggio 2015. Esse, tra le altre cose, hanno inglobato anche le Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali (Accordo stato regioni del 13 gennaio 2005) che nel frattempo erano state predisposte per l’analisi di questi settori particolarmente a rischio.
Lo stesso 13 gennaio 2005 la Conferenza stato regioni ha sancito anche un altro accordo avente per oggetto “Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi” il quale si è proposto di organizzare ed orientare le attività dei laboratori ed in particolare degli operatori di sanità pubblica dei microbiologi e di tutto il personale coinvolto nel controllo della legionellosi in Italia. L’anno successivo, inoltre, con provvedimento di cui all’accordo stato regioni del 5 ottobre 2006, sono state emesse ulteriori Linee Guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione. Esse fanno espresso riferimento alla norma VDI 6022 “Hygienics standards for ventilation and air-conditioning system for offices and assebly rooms” .

 

Ricordiamo che la valutazione del rischio è un processo a fasi successive che, partendo da un’analisi iniziale, deve portare alla definizione di un rischio residuo definito accettabile dal datore di lavoro e di un protocollo di gestione del rischio impostato su misure di prevenzione, di controllo e di intervento, integrate nelle procedure di formazione e informazione dei lavoratori.

La presenza di Legionella negli ambienti acquatici non è sufficiente per decretare
un rischio per i lavoratori anche se pone un “alert” dovuto alla sua presenza e deve comunque indurre alla sua eliminazione.

I soggetti esposti sono:

- Vigili del fuoco e altri operatori del soccorso pubblico e della difesa civile
- Movimentatori di terra, minatori;
- Lavoratori dell’industria automobilistica;
- Personale addetto alle operazioni di manutenzione/pulizia delle torri evaporative e degli impianti di distribuzione /trattamento acqua sanitaria;
- Addetti alle piattaforme di trivellazione;
- Addetti agli impianti di depurazione;
- Addetti alla pulizia di turbine nel settore industriale;
- Giardinieri;
- Personale addetto alla vendita/manutenzione di vasche per idromassaggio
- Operatori ecologici durante la pulizia delle strade con acqua a pressione;
- Lavoratori delle cave di marmo (durante le operazioni di taglio del marmo con acqua);

Le misure da adottare sono:

• Misure di prevenzione del rischio impianto: Sono quelle basate su interventi preventivi atti ad evitare la contaminazione della Legionella nell’impianto e si suddividono ulteriormente in misure di progettazione/realizzazione ed in misure di manutenzione/gestione;
• Misure di prevenzione del rischio esposizione: Sono quelle che riducono l’esposizione ad aerosol potenzialmente contaminato e sono basate su misure organizzative (riduzione della frequenza di esposizione del lavoratore, spostamento dei lavoratori a rischio per fattori personali concomitanti dalle attività che prevedono l’esposizione diretta ad aerosol d’acqua, ecc.);
• Misure di protezione del rischio esposizione: Sono quelle basate sull’utilizzo di dispositivi di protezione individuale per alcune categorie di lavoratori direttamente esposti ad aerosol d’acqua (per esempio gli operatori sanitari ed odontoiatrici) come le mascherine di protezione individuale. Ad essi di aggiungono gli interventi straordinari e periodici.

Quale la diagnosi e quale la terapia?

Il quadro clinico ed il corteo sintomatologico della legionellosi dipendono dallo stato di difese immunitarie del soggetto colpito. Le probabilità di sviluppare la patologia, a parità di livello di esposizione, variano a seconda della suscettibilità dell’individuo, tuttavia sono condizioni favorenti l’età avanzata, la presenza di patologie croniche, le condizioni di immunodepressione su base genetica o a causa di terapie e l’abitudine tabagica.
 

La legionellosi si può verificare in due forme note:

• La malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite: si manifesta dopo un’incubazione di 2-10 giorni con disturbi simili all’influenza, come malessere, mialgia e cefalea cui seguono febbre alta, tosse non produttiva, respiro affannoso e sintomi comuni ad altre forme di polmonite.

• La febbre di Pontiac, una forma molto meno grave: è una forma similinfluenzale che deve il proprio nome ad un’epidemia acuta febbrile.

Agli esperti suggerisco la lettura del testo, da tenere disponibile per la consultazione utile a favorire e diffondere la cultura della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.




A cura di Nunzio Leone - Avvocato giuslavorista esperto in materia di Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro - Membro del Comitato Tecnico Scientifico di ASSIDAL.

 


 

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